martedì 11 settembre 2018

RECENSIONE "Carve the Mark" & "Il destino divide" di Veronica Roth

Salve lettori!

Finalmente mi sono decisa a pubblicare questa recensione! Se vi state chiedendo perché ci ho messo così tanto, la risposta è: non sapevo da dove iniziare. So che può un po’ sembrare strano, ma “Carve the mark” e “Il destino divide” non potevano essere resi più diversi di così.

Ma andiamo con ordine…



Titolo: Carve the Mark. I predestinati
Autrice: Veronica Roth
Anno di pubblicazione: 2017
Casa editrice: Mondadori
Genere: Fantascienza
Pagine: 427
Prezzo: €15,90

Trama: “In una galassia percorsa da una forza vitale chiamata corrente, ogni uomo possiede un dono, un potere unico e particolare, in grado di influenzare il futuro.
Cyra è la sorella del brutale tiranno che regna sul popolo shotet. Il suo dono, che le conferisce potere provocandole allo stesso tempo dolore, viene utilizzato dal fratello per torturare i nemici. Ma Cyra non è soltanto un'arma nelle mani del tiranno. Lei è molto più di questo. Molto più di quanto lui possa immaginare.
Akos è il figlio di un contadino e di una sacerdotessa-oracolo del pacifico popolo di Thuve. Ha un animo generoso e nutre una lealtà assoluta nei confronti della famiglia. Da quando i soldati shotet hanno rapito lui e il fratello, l'unico suo pensiero è di liberarlo e di salvarlo, costi quel che costi. Nel momento in cui Akos, grazie al suo dono, entra nel mondo di Cyra, le differenze fra le diverse origini dei due ragazzi si mostrano in tutta la loro evidenza, costringendoli ad una scelta amara e definitiva: aiutarsi a vicenda a sopravvivere o disrruggersi l'un l'altro.


Commento personale 

Non credo ci sia bisogno di discutere sulla bellezza della sovracopertina. Il colore spicca in libreria e le scritte in rilievo sono un piacere al tatto. E che dire della copertina? La Mondadori ci ha deliziato con una bellissima mappa dell’universo creato dalla Roth. Impossibile non rimanere con la bocca spalancata per cinque minuti buoni davanti a tutta questa meraviglia. Voto pieno!!

Beh, un bel lavoro è stato fatto anche internamente. Veniamo a conoscenza di un mondo, anzi un universo, del tutto nuovo e costruito abbastanza bene. Dico abbastanza perché purtroppo ho ritrovato delle lacune a riguardo. Non vengono spiegati perfettamente alcuni meccanismi e viene lasciato spazio alla confusione e alle domande. Una mancanza che, tuttavia, non avrà ripercussioni troppo negative. Questo perché sarà contornato da un sacco di elementi validi e interessanti per il lettore.
In particolar modo, sono rimasta molto stupita dai doni dei personaggi. Questa tipologia di racconto mi affascina sempre moltissimo e soddisfa la mia curiosità riguardo la diversa natura che assumono.
Molto particolari sono stati gli oracoli e, ai miei occhi, anche misteriosi. Il loro potere ha condotto le fila di quasi tutto il libro e il fato che è uscito dalle loro bocche è stato fondamentale, direi alla base di tutte le scelte prese dai protagonisti.

Il romanzo scorre meravigliosamente, ci ritroviamo sin dalle prime pagine catapultati in eventi fuori dal controllo dei personaggi e assistiamo immediatamente alla disfatta di ciò che, fino ad un paio di pagine prima, era la loro vita. Purtroppo c’è da dire che è carente di colpi di scena, ce ne sono stati davvero troppo pochi mentre il potenziale permetteva molto di più.

La storia d’amore è stata molto bella ma anch’essa troppo prevedibile. Mi sono piaciute le fondamenta su cui si è basata e il messaggio che ha voluto mandare. Molto interessante e ammirevole è anche il cambiamento che ha portato in Akos e Cyra.
Anche essendo la tipica storia di cui si sa già tutto, quella che segue un percorso preciso e che non oltrepassa mai gli schemi, i romanticoni come la sottoscritta non potranno non affezionarsi alla coppia e tifare per loro, pagina dopo pagina.

Cyra è sicuramente il personaggio che ho preferito in assoluto. Con un passato e un donocorrente davvero poco felici, si è rivelata essere una donna forte e con dei suoi ideali. Si è rivelata anche essere reale e ciò che l’ha resa così è stata proprio la paura. Credo che anche attraverso Cyra, la Roth abbia voluto mandarci un messaggio : non importa chi sei o cosa gli altri pensano che tu sia, puoi diventare ciò che vuoi. In un libro dove il destino dei personaggi è già scritto, credo sia meraviglioso trovare una forma di ribellione. Cyra è una continua sorpresa, non si ferma davanti a nulla e affronta tutto ciò che la vita le pone davanti. Il dolore l'ha resa una donna fortissima e ammirevole. Varrebbe la pena leggere il libro solo per lei.

Akos è stato un bel personaggio, sì. Ma non mi ha sorpresa più di tanto. Sin dall’inizio ha perseguito il suo obiettivo e ha cercato di eliminare qualsiasi ostacolo gli si parasse davanti. Ho apprezzato l’ostinazione per la salvezza di suo fratello, questo legame familiare mi colpisce sempre in positivo. Purtroppo, però, non l'ho mai visto realmente emergere come personaggio. Sì, ha un cambiamento decisamente notevole ma rimane tutto racchiuso lì e al lettore arriva ben poco. Troppa staticità lo caratterizza… I suoi ideali, la sua natura sono ciò che lo guidano senza mai farlo sbandare. Forse un po’ noioso?

Ryzek si è rivelato essere un personaggio davvero ben caratterizzato. Noi lo conosciamo come il frutto della cattiveria del padre, ma grazie ai ricordi di Cyra riusciamo ad immaginarlo anche immacolato e buono. Sarà per questo che non l’ho odiato al 100%? Diciamo solo un buon 90%! In fondo non ha potuto scegliere chi o cosa diventare...

“Tu sei una Noavek, la brutalità ce l’hai nel sangue”.
“Non ho scelto il sangue che mi scorre nelle vene. Tu e io siamo entrambi diventati quello che era scritto che diventassimo”.

Al contrario di Cyra, lui diventa esattamente ciò che doveva. Forse troppo debole per respingere il volere del padre o forse troppo forte quest'ultimo. Sta di fatto che lo considero uno di quei cattivi che merita la redenzione. Ne vedrete di cotte e di crude uscire dalle sue mani, ma la Roth continuerà a farvi sorgere l'interrogativo “è davvero colpa sua?”. A volte è solo questione di sfortuna.

Arriviamo adesso al personaggio più inutile della storia : Eijeh. Un personaggio che in apparenza è il fulcro di tutto ma che in realtà è marginale. Non assume un ruolo attivo nella storia, è colui a cui ruota tutto intorno ma che rimane nel suo angolo a guardare. In un certo senso però la sua inutilità è  “giusta”. Il suo ruolo doveva essere quello ed è stato effettivamente ricoperto benissimo. Non mi ha trasmesso molte emozioni se non un po’ di pena inizialmente. Purtroppo il suo destino è proprio quello di rimanere un personaggio piatto.

Sono sicura che dopo avervi parlato dei personaggi, vi sorga spontanea una domanda… Ma come si pronunciano i loro nomi??? Beh, non lo so nemmeno io… Non capisco la scelta dell'autrice al riguardo. Credo che un'ottima strategia sia quella di utilizzare nomi musicali e dolci per permettere al lettore di assimilarli e ricordarli facilmente. E questo non è proprio il caso.

Per quanto riguarda il world building è stato fatto un discreto lavoro. Ottima l'idea di creare non un mondo, ma un universo del  tutto nuovo, e di ambientare la storia soprattutto su un singolo pianeta e sulle divergenze di coloro che lo popolano. Abbiamo modo di conoscere molte civiltà diverse, ognuna con la propria lingua, usi e costumi. La Roth è stata bravissima nel far emergere le differenze e permetterci di immaginare l'esistenza di qualcosa di simile. Un po’ meno brava nello scendere nei dettagli. Purtroppo alcuni aspetti sono stati trascurati e dati per scontato mentre una spiegazione esaustiva proprio non avrebbe fatto male. Il libro conta 400 pagine ma sicuramente qualche pagina in più non avrebbe guastato . In realtà l'autrice non si impegna granché nemmeno nella descrizione dell'aspetto estetico dei personaggi, purtroppo un po’ difficili da immaginare. Il fulcro del romanzo dovrebbero essere proprio loro e il lettore dovrebbe immaginarli come se li avesse davanti a sé dalla prima pagina, cosa che qui non succede. Menomale che esistono le fan art!

Per quanto riguarda il finale l'ho trovato un'ottima chiusura. Struggente e ansioso al punto giusto e che butta le basi per un buon séguito. Non vi ritroverete davanti a qualcosa di troppo scontato, qui qualche colpo di scena ci è stato riservato!

In conclusione un libro lungi dall'essere perfetto ma davvero una bellissima lettura.

Voto finale 4🌟/5

Ma è solo il primo di due… Come avrò trovato il séguito? Continuate a leggere per scoprirlo!



Titolo: Il destino divide
Autrice: Veronica Roth
Anno di pubblicazione: 2018
Casa editrice: Mondadori
Genere: Fantascienza
Pagine: 383
Prezzo: €15,90

Trama: "Il destino li ha fatti incontrare. Ora sta per dividerli. Non ci si può opporre al proprio fato. Sarebbe sciocco, oltre che inutile, perché non si può andare contro qualcosa di inevitabile. Lo sanno bene Akos Kereseth e Cyra Noavek, eppure, fin dal momento in cui è stato reso pubblico il loro, di fato, si trovano in bilico tra l'accettazione del proprio destino e il desiderio di tentare l'impossibile e cambiarlo. Akos non ha potuto fare a meno di innamorarsi perdutamente di Cyra, nonostante il suo fato preveda che lui morirà proprio al servizio della famiglia Noavek. E quando il padre di lei, Lazmet - un tiranno spietato e senz'anima che tutti avevano creduto morto -, torna alla ribalta reclamando per sé il trono degli shotet, il ragazzo si convince che la sua fine è ormai vicina. Nel momento in cui Lazmet innesca la tanto temuta guerra tra thuvhesiti e shotet, i due ragazzi sanno di non avere scelta, devono cercare di fermarlo in tutti i modi possibili. Anche se per Cyra questo potrebbe significare togliere la vita a suo padre, e per Akos perdere la propria. In un colpo di scena sbalorditivo, i due scopriranno quanto il fato che guida le loro vite possa sorprenderli in modi assolutamente inaspettati."



Commento personale :

No comment per la bellezza della copertina. Forse ho preferito leggermente la prima, ma anche questa non può che lasciarvi a bocca aperta.
Perplessità maggiori derivano dal titolo del libro… Ancora non mi spiego la scelta della Mondadori di tradurlo, anziché lasciare quello originale come successo con “Carve the Mark “.

Sorvolando su questi aspetti più frivoli, concentriamoci sul contenuto che rimane sempre la parte più importante. Dopo il finale e le basi buttate dal primo libro, le aspettative non possono che essere altissime. Io, personalmente, ero prontissima a gustarmi la storia d'amore tra Cyra e Akos, mangiarmi le mani per ciò che avrebbe comportato il ritorno di Lazmet, la curiosità per i nuovi personaggi e la degna conclusione della serie… Beh, non è andata proprio così…

Il destino divide” si propaga in una narrazione sì scorrevole ma priva di azione. La Roth non ci invoglierà quasi mai a continuare la lettura, non ci ritroveremo quasi mai con l'ansia di scoprire che cosa accadrà dopo… La storia è interessante e piacevole da leggere, ma molto piatta. I colpi di scena fanno sentire notevolmente la loro mancanza, ne ritroveremo un paio anche abbastanza prevedibili. Si può quasi dire che la Roth abbia voluto farci scoprire alcuni dettagli, ancor prima di rivelarceli. Io sono molto contraria a questa tipologia di narrazione perché sono del parere che gli indizi debbano essere ben nascosti e non così evidenti. Per arrivarci io ragazzi,  giuro che ce ne vuole! E questo è tutto dire.

La storia prosegue con l'ingresso di nuovi personaggi e con l'utilizzo di due nuovi punti di vista, stavolta un'ottima scelta!!!
Ebbene, qui “sentiremo” parlare anche Cisi e Eijeh.

La prima, in realtà, non è un personaggio che mi ha trasmesso molta simpatia. Non ho condiviso i suoi ideali e i suoi modi di fare. Nemmeno il suo donocorrente mi ha affascinata e non ho apprezzato particolarmente la descrizione del suo utilizzo. Tuttavia era necessario conoscere ciò che accadeva dalla sua parte, quindi mi ritengo soddisfatta per questo nuovo ingresso.

Tutt'altra storia è Eijeh, seppur non ricopra un ruolo fondamentale. Credo che il suo scopo fosse più che altro quello di farci conoscere ciò che gli è realmente accaduto e cosa sta passando. A tratti è stato anche un tantino inquietante, ci piace! Rimane molto in disparte per tutta la narrazione, non compie nessuna azione importante e rimarrà più che altro un osservatore.

Un nuovo personaggio sarà quello di Lazmet che abbiamo imparato a conoscere grazie agli orribili ricordi di Cyra. Il suo ritorno viene annunciato dalla fine di “Carve the Mark” e atteso con ansia, ma… Lo vedremo solo a metà libro. Altro potenziale sprecato dalla Roth. Sì, Lazmet ha fatto il suo dovere ed è stato fedele alle aspettative sorte al suo riguardo ma, per questo libro c’è sempre un ma, avrebbe dovuto avere anch'egli un ruolo più importante. Un personaggio del genere non può essere sfruttato in solo metà libro e, soprattutto, merita una conclusione nella storia migliore di quella che ha avuto. E torniamo al discorso di potenziale sprecato…

Per quanto riguarda i nostri vecchi protagonisti, Cyra e Akos, la loro storia non fa grandi passi avanti. Per minare la sicurezza del lettore vengono inseriti fattori che potrebbero dar fastidio alla nostra coppia, peccato che siano campati in aria. Ho avuto difficoltà nel trovare il senso di alcune scelte prese soprattutto da Akos. Il quale non si smentirà nemmeno nel prosequio, tant'è che spesso e volentieri mi sono ritrovata a gridare contro il libro per le idiozie che stava commettendo. Purtroppo il personaggio di Akos qui cala di qualità, mentre non può che elevarsi quella della mia amata Cyra. Si riconferma essere la chiave di tutto e continua a dimostrare la sua incredibile forza. Per lei mi sarei aspettata un finale un po’ diverso e per certi versi, più giusto…

A perdere punti ne “Il destino divide” è anche la questione del fato, attorno alla quale praticamente ruota tutta la vicenda. Viene presa molto sotto gamba e pare essere quasi una presa in giro per il lettore, il frutto di uno stupido scherzo di un bambino. Mia opinione è che la Roth sia partita con un'idea ben precisa ma che poi abbia avuto paura di attuarla per le possibili critiche dei lettori. Che poi è esattamente quello che è successo… Citando  Rime de “La figlia di Odino”: “non iniziare ciò che non puoi portare a termine”.

In conclusione arriviamo al finale vero e proprio… Una delusione!!! Affrettato, confuso e incompleto. I problemi vengono risolti troppo velocemente e in modi assurdi, senza nemmeno dare grosse spiegazioni al riguardo. Non l'ho trovato un vero finale perché vengono lasciate troppe porte aperte e troppi punti di domanda. Mia cara Roth, non credo che un po’ di inchiostro per scrivere altre due pagine avrebbe creato problemi!

E allora cosa mi è piaciuto di questo libro? I capitoli corti e la scrittura scorrevole che hanno aiutato  a macinare pagine su pagine anche se non accadeva nulla di interessante. La storia di fondo che è, nonostante tutto, bella da leggere ed infine… Cyra. Ve l'ho già detto che la amo.

Voto finale: 3🌟/5

Voto finale duologia: 3,5🌟

Consiglierei questa duologia? Sì, ma con la consapevolezza che non è carina ma nulla di eccezionale.

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1 commento:

  1. Ho amato troppo l'idea della citazione (tra l'altro bellissima)😍😍😍

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